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Andrea Longega

Atene

(venìndo zo dal Licabéto)
Collana: Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporanea
Anno: 2019
Nr. Pagine: 48
Isbn: 9788894911398

10,00

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C’è, ad aprire e chiudere la silloge, un movimento discendente: è tornando giù dalla collina del Licabetto che Atene si manifesta in tutta la sua bianca e caotica vastità, la quale poi, a un’immersione più ravvicinata, mostra il grigio dell’inquinamento e gli spacchi del tempo, la povertà e le esistenze ai margini. Longega, poeta delle cose che se ne vanno, non avverte la discesa come catabasi (se non quella sciistica in Fragmenta, X…) ma come vitale disvelamento di una parte di sé, tanto che il suo occhio riesce a scovare quella bellezza minore che altrove è sparita mentre qui sa resistere. È, riproposta in modo più aereo e randagio, la lezione che questo poeta dialettale tra i più alti oggi in Italia ci aveva già dato in una poesia di El tempo de i basi: «quelo che xe belo / xe anca semplice».

(dall’introduzione di Francesco Targhetta).

 

IX
[…]
de tute ste sc[arpe] da dòna
un p[oco] scalcagnae
messe in riga par str[ada]
de sto gròpo
de cavi che se vende —
[…] ghe ne parlo […] lo so
da foresto
ma ti [Ate]ne co pasiensa
[in]ségnime

[…] / di tutte queste sc[arpe] da donna / un poʼ scalcagnate / messe in riga per str[ada] /

di questo groviglio / di cavi che si vende — / […] ne parlo […] lo so / da straniero // ma tu [Ate]ne con pazienza / [in]segnami

 

Andrea Longega è nato a Venezia nel 1967 e vive a Murano. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Ponte de mèzo (Campanotto, 2002); Fiori nòvi (Lietocolle, 2004); El tempo de i basi (Edizioni d’if, 2009); Finìo de zogàr (Il Ponte del Sale, 2012); Caterina (come le cóe dei cardelini) (Edizioni l’Obliquo, 2013); la plaquette Primo lustro (Nervi Edizioni, 2015) e La seconda cìcara de tè (ATì editore, 2017; premio Cappello 2018). Numerose le collaborazioni con le Edizioni dellʼOmbra di Gaetano Bevilacqua.

è tornando giù dalla collina del Licabetto che Atene manifesta tutta la sua caotica vastità