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Simon Kehrer, Walter Nones

È la montagna che chiama

Undici giorni sul Nanga Parbat
Collana: VentoVeneto
Anno: 2022
Nr. Pagine: 248
Isbn: 9791259970886

“Mi fermo un attimo a riprendere fiato. Manca poco alle quattro e una buona metà della parete Rakhiot è ormai sotto di noi. Finora le nostre scelte si sono rivelate giuste. Poi mi rimetto a salire, un metro dopo l’altro. Arrivo ad un passo dalla spianata, sto per sollevarmi e tirare su le gambe, quando all’improvviso il silenzio viene spezzato bruscamente. Sopra di me, qualcuno sta gridando. È la voce di Simon che urla il nome di Karl, ancora e ancora. Mi blocco di colpo e tendo le orecchie. Nessuna risposta. Di nuovo il silenzio della montagna”. (Walter Nones).

19,00

 

“Mi fermo un attimo a riprendere fiato. Manca poco alle quattro e una buona metà della parete Rakhiot è ormai sotto di noi. Finora le nostre scelte si sono rivelate giuste. Poi mi rimetto a salire, un metro dopo l’altro. Arrivo ad un passo dalla spianata, sto per sollevarmi e tirare su le gambe, quando all’improvviso il silenzio viene spezzato bruscamente. Sopra di me, qualcuno sta gridando. È la voce di Simon che urla il nome di Karl, ancora e ancora. Mi blocco di colpo e tendo le orecchie. Nessuna risposta. Di nuovo il silenzio della montagna”. (Walter Nones).

Questo libro è il racconto vibrante e bellissimo di quanto accadde in quel Luglio del 2008. A 6000 metri di altitudine tre alpinisti italiani stanno aprendo una nuova via sull’imponente versante Rakhiot del Nanga Parbat, il più occidentale degli Ottomila. Sono Karl Unterkircher, Simon Kehrer e Walter Nones. Fino a quando un crepaccio si apre all’improvviso sotto i piedi di Karl, inghiottendolo. Nones e Kehrer proseguiranno sul difficile versante Rakhiot, portando a termine un’impresa epica – che segnerà profondamente i loro animi – in nome dell’amico e compagno di tante avventure: e quella è da allora la “Via Karl Unterkircher”. Cosa spinge i protagonisti a praticare l’alpinismo estremo? Non il brivido del rischio, la sfida o la fama, ma qualcosa di molto profondo: una passione inesausta che li porta a confrontarsi sempre con l’apparentemente impossibile, con umiltà e rispetto, il desiderio di scoperta, i momenti di riflessione, i lunghi silenzi, la fiducia nell’altro, il valore intimo dell’amicizia, a 7000 metri, chiusi dentro una tenda mentre fuori imperversa la tempesta, o davanti a un’alba che sembra la creazione del mondo. Tutto questo anche a costo della vita, una sorte toccata nel 2010 pure a Walter Nones, mentre scalava il Cho Oyu.

 

Walter Nones (Cavalese 05.11.1971 – Cho Oyu Tibet 03.10.2010) Walter Nones è stato un alpinista italiano. Cresce a Sover, piccola località della Val di Cembra in provincia di Trento ai piedi della Catena del Lagorai. Si avvicina alla montagna fin da giovanissimo. Diventa Guida Alpina Civile e Istruttore scelto di Alpinismo e di sci nel Corpo speciale dell’Arma dei Carabinieri e soccorritore presso lo stesso Corpo. Pratica scialpinismo e partecipa alle principali competizioni fino al 2005. Conta innumerevoli salite sulle Alpi e sulle più importanti montagne Europee, in Argentina e in Alaska. Insieme a diversi compagni di cordata, apre nuove vie alpinistiche in dolomiti, Nepal, Cina, Pakistan. Nel 2004 raggiunge la vetta del K2, nel 2008 con Simon Kehrer ha aperto la “Via Karl Unterkircher” sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat, dedicata al loro amico e capo spedizione. Tutte le ascensioni sono state compiute senza ausilio di ossigeno supplementare. Nel 2010 perde la vita, mentre sta salendo una nuova linea sul versante Sud Ovest del Cho Oyu. Con Manuela, sua moglie e compagna di vita ha avuto due figli, Erik e Patrik.

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