L’esercizio ipsilon
Collana: Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporaneaLa poesia di Strazzabosco sta miracolosamente in bilico tra l’ansia di assoluto, che si intravvede sullo sfondo, e l’aderenza alle cose, al quotidiano, all’ordinario.
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Sono poesie “mature” queste di Strazzabosco, che stanno in calcolato equilibrio tra la tentazione lirica, che nel poeta affiora con naturalezza, e la pressione ruvida della realtà. Strazzabosco soffre la realtà, ma la soffre in senso morale, e questo conferisce al suo progetto poetico una consistenza che non avrebbe se fosse soltanto, e non è, una pura sequenza di versi abilmente allineati. Il risultato è che la poesia di Strazzabosco sta miracolosamente in bilico tra l’ansia di assoluto, che si intravvede sullo sfondo, e l’aderenza alle cose, al quotidiano, all’ordinario (dall’introduzione di Paolo Lanaro).
Stefano Strazzabosco (Vicenza, 1964), dopo aver insegnato Lettere alle scuole superiori, ora vive tra la sua città natale e Città del Messico, dove lavora come professore di Letteratura italiana a contratto presso la UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México), l’Istituto Italiano di Cultura e altre istituzioni. Ha pubblicato saggi, traduzioni, il monologo teatrale Tina. Masque su Tina Modotti (2007 e 2016) e le raccolte di poesia Racconto (1995), Dímmene tante (2003), Blister (2009), 66 (2013), P – Planh per Pier Paolo Pasolini (con fotografe di Graciela Iturbide e scritti di Michele Presutto e Juan Gelman, 2014), TT ZZZZZ – Cantos de las hormigas (con disegni di Francisco Soto, 2015), Dimmi (2015), Poemas de bolsillo (2016), Estar (2016), Alba (con una prefazione di Marco Munaro, 2018).