Leggi qualche pagina
Ligio Zanin

Martin Muma

Collana: VentoVeneto
Anno: 2022
Nr. Pagine: 408
Isbn: 9791259970190

«Martin Muma: un libro unico, un libro esemplare, un esempio, voglio dire, di come e perché un libro deve essere scritto».

Mario Rigoni Stern

19,00

VersioneEbook

a cura di Mauro Sambi
con prefazione di Ezio Giuricin
e scritti di Guido Manacorda, Mario Rigoni Stern e Franco Juri

 

Martin Muma, ‘più leggero di una piuma’, è il nome di un celebre personaggio di Pier Lorenzo De Vita per «Il Corriere dei Piccoli» degli anni Trenta del secolo scorso. Ligio Zanini fa di quel bambino gentile, gracile e indifeso – che volava leggero sulle cose del mondo per sottrarsi a una realtà opprimente e a un destino assurdo – l’alter ego del suo unico, incandescente romanzo autobiografico. Saga asciutta, luminosa e straziante di un figlio del popolo e con lui di una comunità umana secolare, quella dell’Istria veneta in procinto di essere quasi completamente annientata e dispersa, Martin Muma è stupenda poesia della giovinezza, della libertà e dell’eros e – con tremenda divaricazione – testimonianza cruda e atto d’accusa degli orrori del totalitarismo, rigurgitati dall’abisso di disumanità e di degrado del campo di prigionia di Goli Otok, l’Isola Calva, l’inferno riservato ai dissidenti del regime jugoslavo di Tito. Uno dei grandi romanzi italiani del Novecento, ora ricondotto alla prima, storica edizione del 1990, con la prefazione di Ezio Giuricin che di quella fu tra i coraggiosi promotori, e con le testimonianze di Giuliano Manacorda, Mario Rigoni Stern e Franco Juri.

 

Ligio Zanini è considerato il maggiore poeta istriano del Novecento per la sua opera in versi in dialetto istroromanzo, Eligio, detto Ligio, Zanini nacque a Rovigno d’Istria nel 1927 e compì gli studi presso l’Istituto Magistrale di Pola. Dal 1947 e fino a tutto il 1948, dopo l’annessione dell’Istria alla Jugoslavia, fu referente per le scuole italiane presso il Dipartimento all’istruzione del Comitato popolare. Nel gennaio del 1949 fu travolto dalla brutale repressione seguita alla rottura dei rapporti tra Tito e Stalin. A neppure 22 anni conobbe l’esperienza atroce del campo di prigionia di Goli Otok – Isola Calva. Ne uscì nel 1952 e sopravvisse facendo dapprima il magazziniere presso il cantiere navale polese ‘Stella rossa’ e dal ’56 il contabile presso un’impresa commerciale. Nel ’59 poté tornare all’insegnamento, con l’incarico di riaprire la scuola italiana di Salvore, chiusa nel ’53 per imposizione politica. Rimase a Salvore per cinque anni e vi fondò il locale Circolo Italiano di Cultura; fu quindi costretto di nuovo a un impiego contabile a Rovigno. Più tardi tornò all’insegnamento in qualità di maestro presso la sezione italiana periferica di Valle d’Istria e conseguì la laurea in Pedagogia a Pola nel 1979. Negli ultimi anni si ritirò a vita privata dedicandosi alle sue due passioni: la pesca con l’amo e la poesia. Morì a Pola nel 1993.

 

PRESS

«Corriere della Sera»

«Avvenire»

«Radio Capodistria»

«ANSA»

«Il Gazzettino»

«Corriere delle Alpi»

«Il Foglio»

«Il Piccolo»

«Libero»

«La Gazzetta Del Mezzogiorno»

«L’Incontro»

«Il Tirreno»