Venezie d’inchiostro e di carta
La biblioteca di Manlio Malabotta (1907-1975), rinomato notaio triestino appassionato di lettere e arti, è a tutti gli effetti una “biblioteca d’autore”, che conserva quanto raccolto in oltre mezzo secolo di incontri coi più illustri poeti, scrittori e artisti del Novecento italiano, che Manlio e sua moglie Franca ricevevano abitualmente nelle loro case di Montebelluna, Conegliano, Treviso, nonché di Trieste.
€30,00
prefazione di Giampiero Mughini
con un saggio di Marco Menato e fotografie di Massimo Battista
La biblioteca di Manlio Malabotta (1907-1975), rinomato notaio triestino appassionato di lettere e arti, è a tutti gli effetti una “biblioteca d’autore”, che conserva quanto raccolto in oltre mezzo secolo di incontri coi più illustri poeti, scrittori e artisti del Novecento italiano, che Manlio e sua moglie Franca ricevevano abitualmente nelle loro case di Montebelluna, Conegliano, Treviso, nonché di Trieste. È proprio vero, come scrive Giuseppe Marcenaro, che “nella casa di Malabotta era passato il Novecento”, e di questo Novecento la sua biblioteca è una testimonianza esemplare e originalissima.
Simone Volpato, uomo di studi fattosi libraio, redigendo il catalogo di vendita della biblioteca Malabotta, lo ha strutturato come una vera e propria monografia, seguendo le “isole bibliografiche” in cui essa si articola: la collezione di poesia, i libri dei Grandi (Saba, Montale, Giotti), i libretti di Mal’aria di Buggiani, la preziosa private press di Saba e Giotti, coi loro esemplari unici fatti a mano. Ne ha fatto un libro che si sfoglia e si esplora con infinito godimento, che fissa impeccabilmente l’insieme di una collezione speciale, e rende omaggio come meglio non si poteva a Manlio e Franca Malabotta. Il volume è corredato di un saggio di Marco Menato e di una prefazione di Giampiero Mughini.
Simone Volpato ha insegnato Bibliografia a Udine e Trieste e pubblicato saggi e studi con Olschki, Biblohaus, Allemandi, Antiga Edizioni. Nel 2013 ha aperto la Libreria antiquaria Drogheria 28 a Trieste. Ha ritrovato, fisicamente, e le ha studiate le biblioteche ritenute perdute di Italo Svevo, di Carlo Michelstaedter, l’archivio degli scrittori di Anita Pittoni, il carteggio di Bobi Bazlen con Anita Pittoni e con Umberto Saba, i raccontini di Italo Svevo, gli inediti di Umberto Saba e della private press ideata con Virgilio Giotti (i dieci libretti del Canzoniere sia quelli appartenuti a Saba che quelli di Giotti, l’autografo A mia moglie). Ha pubblicato il Dizionario dei tipografi e degli editori italiani. Il Cinquecento. Lettera G di Marco Menato (in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona).
PRESS
È proprio vero, come scrive Giuseppe Marcenaro, che “nella casa di Malabotta era passato il Novecento”, e di questo Novecento la sua biblioteca è una testimonianza esemplare e originalissima.