Tragico controvoglia
Tutta la storia d’Italia è oggettivamente dilemmatica e tragica, ma vissuta e narrata senza la percezione diffusa della tragedia, e quindi non veramente, non completamente tragica, e pronta anzi a volgersi in commedia o in farsa. Non per niente l’esercito italiano spara nel 1862 a Garibaldi all’Aspromonte; ma poi per generazioni si canticchia la canzoncina buffa Garibaldi fu ferito / fu ferito nella gamba. Gurubuldu fu furutu… Ghiribildi fi firiti… e avanti così. Ignari e spietati.
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Mario Isnenghi ha insegnato italiano e storia nelle scuole medie superiori ed è stato poi professore di Storia contemporanea e di Storia del giornalismo nelle Università di Padova, Torino e Venezia. Sono rappresentati in questa raccolta- fra letteratura e storia, ricerca e impegno civile – i vari generi di scrittura con cui si è misurato: saggi, relazioni a convegni, prefazioni , recensioni, articoli giornalistici («Repubblica», «Manifesto», «Corriere della sera» , «Mattino di Padova») e testi nati orali nell’ambito di una vasta oratoria civile.
Indice per generi , approcci e nuclei tematici , rispettando all’interno di ciascun capitolo la cronologia della uscita a stampa.
Cinque capitoli: Fra letteratura, politica e storia ; Testi e contesti; Gli incroci dei convegni di Bressanone; Vincere perdendo: Interventi e occasioni. Al centro della storia d’Italia sta – simbolicamente e di fatto, nel 1862 – lo scontro di Aspromonte , quando l’ esercito del Regno dì Italia ‘fucila’ Garibaldi, l’eroe fondatore.
Il titolo – Tragico controvoglia. Studi e interventi 1968-2022 – presuppone che tutta la storia d’Italia sia dilemmatica e tragica , ma vissuta e narrata senza percezione della tragedia , e quindi non veramente, non completamente tragica, e pronta anzi a volgersi in commedia o in farsa . Garibaldi fu ferito / fu ferito nella gamba, con le variazioni che seguono giocando sulle vocali: Gurubuldu, Ghiribildi ecc. Giocosa e terribile canzoncina per generazioni di maestre e poveri bambini.
Mario Isnenghi, veneziano, laurea in Lettere, insegna alle Magistrali e nei Tecnici, passa all’Università per Storia del Giornalismo a Padova e Storia contemporanea a Torino e a Venezia. Il suo ‘classico’, Il mito della Grande guerra, viene ristampato dal 1970 ed è oggi all’ottava edizione (il Mulino). Altri originali ambiti di ricerca: L’Italia in piazza, Mondadori, 1994, poi il Mulino; la direzione de I luoghi della memoria nell’Italia unita, Laterza, 3 volumi, ristampati e tradotti in francese; e un’altra impresa collettiva in più volumi, Le guerre degli italiani (Utet, 2008), dove i conflitti, oltre che militari, sono politici e fra le memorie divise. Ha diretto e dirige collane di storia veneta per Marsilio,Poligrafo, Cierre. Collaboratore di quotidiani nazionali e locali, di Rai Storia, condirettore della rivista “Belfagor”, direttore della rivista “Venetica”. Dirigente degli Istituti di storia della Resistenza. Fra le opere recenti: Ritorni di fiamma. Storie italiane, Milano, Feltrinelli, 2014; Oltre Caporetto. La memoria in cammino. Voci dai due fronti, Venezia, Marsilio, 2018, con Paolo Pozzato; e da ultimo Vite vissute e no. I luoghi della mia memoria, Bologna, il Mulino, 2020; Se Venezia vive. Una storia senza memoria, Venezia, Marsilio, 2021.